giovedì 29 ottobre 2009

Halloween: origini, storia e tradizioni

La parola Halloween ha un'origine anglosassone e probabilmente deriva da una contrazione della frase "All Hallows Eve"ovvero la notte di Ognissanti.
Nell'Irlanda celtica questa notte coincideva con la fine dell'estate e i colori tipici erano l'arancio, per ricordare la mietitura e quindi la fine dell'estate ed il nero per simboleggiare l'imminente buio dell'inverno. E' per questo motivo che i colori che caratterizzano Halloween sono l'arancio ed il nero. Narra una leggenda che gli spiriti erranti dei morti durante l'anno, tornassero la notte del 31 ottobre in cerca di un corpo da possedere per l'anno successivo.
Ovviamente i vivi non volevano essere posseduti! I contadini dei villaggi, perciò, rendevano le loro case fredde ed indesiderabili spegnendo i fuochi nei camini, rendendo i loro corpi orribili mascherandosi da mostri e gironzolando tra le case per far scappare di paura tutti gli spiriti che incontravano.
Le tradizioni che accompagnano la notte di Halloween sono due: "Dolcetto o scherzetto" ha origini lontane e si dice che il 1° novembre, i primi Cristiani vagassero di villaggio in villaggio elemosinando un po' di "pane d'anima", un dolce di forma quadrata con l'uva passa. Più dolci ricevevano più preghiere promettevano per i parenti defunti dei donatori.La tradizione di Jack-o-lantern deriva probabilmente dal folklore iralndese. Si racconta che un uomo di nome Jack, noto baro e malfattore, ingannò Satana sfidandolo nella notte di Ognissanti a scalare un albero sulla cui corteccia incise una croce intrappolandolo tra i rami. Jack fece un patto col diavolo: se non lo avesse più indotto in tentazione lo avrebbe fatto scendere dall'albero.
Alla morte di Jack, continua la leggenda, gli venne impedito di entrare in paradiso a causa della cattiva condotta avuta in vita, ma gli venne negato l'ingresso anche all'inferno perché aveva ingannato il diavolo. Allora Satana gli porse un piccolo tizzone d'inferno per illuminare la via nella tremenda tenebra che lo attorniava. Per far durare più a lungo la fiamma Jack scavò un grosso cavolo rapa e ve la pose all'interno. In origine erano usati i cavoli rapa ma poi si scoprì che le zucche erano più grosse e più facili da scavare dei cavoli rapa. Ecco perché a tutt'oggi Jack-o-lantern è una zucca intagliata al cui interno è posata una lanterna.

domenica 18 ottobre 2009

La minestra di sassi

In tempo di guerra, in un paese desolato, viveva esiliato, un uomo soldato. Girando per le strade, cercava le cibarie, avendo molta cura, di campare finché dura. I pochi abitanti, vivevano murati, del giovane soldato, ahimè, neppur lo sguardo!
“Inutile pregare per continuare a mangiare. C'è solo da aguzzare, per potersi sfamare”
Col berretto accartocciato pensava l'esiliato. Di tirar fuori l'arma non era sua misura.
Che in terra e nel creato, lui non ha mai sparato. Per scovare soluzione, si rifugia in un cannone, e sforzandosi la mente, riesce speditamente; deliberatamente in barba al Dio inclemente! Con il passo indaffarato e lo sguardo interessato, raccoglie dal terreno, i sassi più sgargianti che nel suo pentolone, facendo un gran rumore, cuociono nell'acqua, al par di un minestrone!
“Pancia mia fatti capanna, che stavolta sì che si mangia!”
Parlava concitato, l'astuto pio soldato. Gli abitanti che in testa hanno per natura solo segatura, s'avviavano a domandare della pietanza al naturale
“E' una ricetta clandestina- rispondeva la faina- per gusti ricercati e poco collaudati”
“Faccela assaggiare, per poterti consigliare”
Chiedevano curiosi, eppure un po invidiosi, e il soldato birichino, chiedeva il rosmarino
“Ma sa troppo di terra!” diceva Serenella
“Veramente per poterla assaporare, le patate son necessarie”
E il marito gridava il suo potere: “Patate, Serenella, per provare questa cena!”
E per tutta la durata, la verdura fu trovata la patata, la cicoria, la pastina e la salsiccia tutto dentro il pentolone, che fumava in successione! Il soldato e i paesani, mangiarono entusiasti e capita la lezione, recitarono in commozione: “ Scusaci soldato, non avevamo ben afferrato, che pure in povertà, l'aiuto tanto fa.”

venerdì 11 settembre 2009

Stiamo rivedendo il menù, con piatti stagionali e altre novità...

Prime su tutte:

Tagliatelle rosse con sarde fresche

Per la pasta procedere come una qualsiasi tagliatella di pasta fresca con aggiunta di barbabietola rossa cotta al forno e frullata.In una padella scaldare dell'olio , uno spicchio d'aglio, qualche cappero, qualche oliva, una manciatina di pinoli e pistacchi freschi, scorza di agrumi, rosmarino e altre erbe fresche a piacimento.Fare riscaldare il tutto per insaporire l 'olio senza fare bruciare gli ingredienti, aggiungere 6 sarde fresche a persona precedentemente pulite e diliscate, aggiungerle al battuto e lasciare cuocere qualche minuto.Unire la pasta al dente e mantecare con acqua di cottura, trito di prezzemolo fresco e un filo d'olio a crudo.

E poi...

Penne con patate pancetta profumata al rosmarino

Tagliare a cubetti le patate.Farle bollire lasciandole al dente.In una padella scaldare poco olio , uno spicchio d'aglio e la pancetta tagliata a cubetti.Cuocere le penne o in alternativa della pasta di kamuto grano saraceno.Aggiungere alla pancetta le patate e saltarvi la pasta aggiungendo una manciata di pecorino gratuggiato e una presa di pepe.Servire ben calde con delle striscioline di pancetta croccante.

Buon appetito!!.....