domenica 18 ottobre 2009

La minestra di sassi

In tempo di guerra, in un paese desolato, viveva esiliato, un uomo soldato. Girando per le strade, cercava le cibarie, avendo molta cura, di campare finché dura. I pochi abitanti, vivevano murati, del giovane soldato, ahimè, neppur lo sguardo!
“Inutile pregare per continuare a mangiare. C'è solo da aguzzare, per potersi sfamare”
Col berretto accartocciato pensava l'esiliato. Di tirar fuori l'arma non era sua misura.
Che in terra e nel creato, lui non ha mai sparato. Per scovare soluzione, si rifugia in un cannone, e sforzandosi la mente, riesce speditamente; deliberatamente in barba al Dio inclemente! Con il passo indaffarato e lo sguardo interessato, raccoglie dal terreno, i sassi più sgargianti che nel suo pentolone, facendo un gran rumore, cuociono nell'acqua, al par di un minestrone!
“Pancia mia fatti capanna, che stavolta sì che si mangia!”
Parlava concitato, l'astuto pio soldato. Gli abitanti che in testa hanno per natura solo segatura, s'avviavano a domandare della pietanza al naturale
“E' una ricetta clandestina- rispondeva la faina- per gusti ricercati e poco collaudati”
“Faccela assaggiare, per poterti consigliare”
Chiedevano curiosi, eppure un po invidiosi, e il soldato birichino, chiedeva il rosmarino
“Ma sa troppo di terra!” diceva Serenella
“Veramente per poterla assaporare, le patate son necessarie”
E il marito gridava il suo potere: “Patate, Serenella, per provare questa cena!”
E per tutta la durata, la verdura fu trovata la patata, la cicoria, la pastina e la salsiccia tutto dentro il pentolone, che fumava in successione! Il soldato e i paesani, mangiarono entusiasti e capita la lezione, recitarono in commozione: “ Scusaci soldato, non avevamo ben afferrato, che pure in povertà, l'aiuto tanto fa.”

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